(XII/XIII - XVII sec.) Situato a tre Km a nord ovest del centro abitato, sulla strada prov. per Grottaglie, in contrada Le Grotte, in quello che le fonti indicano come Castrum Carrellum, Neviera e Masseria de Li Rizzi.
È stato oggetto di importanti studi e ricerche promosse dall'amministrazione comunale e condotte dai ricercatori dell'Istituto Internazionale di Studi Federiciani del C.N.R., nell'ambito del "Piano operativo pluriennale 94/99 Puglia: Fruizione dei Beni culturali", finanziato con i fondi della Comunità europea.
Lo splendido complesso ipogeo medievale, testimonianza dell'arte bizantina, è inserito in un insediamento rupestre, sul ciglio di una lama, ricco di grotte utilizzate in età preistorica e poi ripopolate in epoca medievale nel XIII sec, ed in seguito caduto in abbandono per tutto il XV e XVI sec.
Il santuario, scavato nel tratto terminale della lama, è ammantato di racconti leggendari, che testimoniano la sua riscoperta nel XVI sec. e la sua riapertura al culto, grazie alla venuta dei coloni albanesi che si spinsero a coltivare le terre fino all'estremo confine del feudo Rizzi.
Il complesso si compone di due strutture: una chiesa inferiore, l'originaria chiesetta ipogea basiliana, che costituisce la cripta di una chiesa superiore seicentesca.
Quest'ultma ha una sola navata con campaniletto a vela ed un fronte decorato con cornici e paraste d'arte albanese. L'ingresso meridionale con scalinata, maggiormente utilizzato, è opera recente e collegale due chiese.
La cripta, il cui antico ingresso dalla lama รจ stato poi murato, era intitolata in origine a San Giorgio e si compone di un'aula divisa da 4 colonne centrali e di un'altra navata a nord, probabilmente appartenente alla prima fase della struttura.
Dell'originaria sistemazione, rimaneggiata nel XVII sec., restano solo la cupoletta, le nicchie, un tempo affrescate, ed il ciclo di tre affreschi bizantini: sulla parete sud una Santa Barbara del XIII sec. ed un San Giorgio a cavallo più tardo, entrambi racchiusi da una doppia cornice; sulla parete ovest una Vergine con Bambino del XIII sec. di mirabile bellezza.
Essa è collocata all'interno di un arco scavato nella roccia e sorge isolata su di un monolite, davanti ad un altare seicentesco.
Si tratta di una Madonna con Bambino in trono, dai tratti intensi e delicati, che appartiene allo stile iconografico della Vergine della Tenerezza e ricorda anche i modelli bizantini dell'Odegitria.