Battiti d’ala in gravina di Piero e GianPasquale Chiatante - WWF Martina Franca
L’ambiente rupicolo delle gravine è quello che più di ogni altro ospita l’avifauna caratterizzante questo ecosistema. Gli anfratti e le abbondanti cavità scavate nella roccia offrono siti idonei alla nidificazione della monachella (Oenanthe hispanica) che giunge in primavera per allevare la prole.
I maschi di passero solitario (Monticola solitarius) delimitano il territorio standosene in cima ai pinnacoli calcarei emettendo il lamentoso richiamo e sfoggiando la bella livrea bluastra dai riflessi metallici.
Di taglia maggiore è il corvo imperiale (Corvus corax), il più grande corvide europeo, la cui possente sagoma si staglia sulle pareti assolate. E’ conosciuto per l’alta fedeltà che mantiene nella coppia.
Anche alcuni rapaci scelgono l’ambiente rupicolo per nidificare.
Si segnalano il gheppio (Falco tinnunculus), piccolo falco dalla caratteristica tecnica di caccia a “spirito santo” e, di più grosse dimensioni, il lanario (Falco biarmicus) la cui nidificazione appare molto localizzata.
Tipico abitante crepuscolare - notturno è il barbagianni (Tyto alba), che trascorre le notti d’estate alla ricerca affannosa di roditori per sfamare i giovani nidiacei.
La presenza di vaste aree aperte limitrofe al solco gravinale, la possibilità di poter sfruttare le correnti ascensionali che si formano in gravina, nonchè la disponibilità di siti tranquilli adatti alla nidificazione, rendono questo singolare habitat particolarmente frequentato da numerose altre specie di rapaci, molte delle quali sono ritenute di interesse comunitario. Non per altro la Terra delle Gravine è inserita nella rete delle ZPS (Zone a Protezione Speciale), riconosciute in virtù della presenza di specie di uccelli minacciate a livello comunitario.
Inoltre, essendo localizzate lungo le rotte migratorie, le gravine costituiscono sicure tappe di sosta dove poter fare il pieno di energia e riprendere il lungo viaggio. Non è così difficile imbattersi in stormi di falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) che in primavera, giungendo da sud, risalgono il solco gravinale che, per la sua particolare disposizione, crea un vero e proprio corridoio per l’attraversamento delle Murge.
Numerosi sono i grillai (Falco naumanni) che oltre a cacciare nei prosperosi incolti e pascoli pseudosteppici pullulanti di grilli e cavallette, hanno scelto i centri storici di diversi comuni dell’area della Terra delle Gravine per nidificare. Questa specie è minacciata a livello globale e la sua significativa presenza in questi luoghi è di estremo interesse per la conservazione della sua popolazione.
Piuttosto comune è la poiana (Buteo buteo). Durante le migrazioni si osservano inoltre albanelle (Circus spp.) e falchi di palude (Circus aeruginosus), e non è difficile osservare il biancone (Circaetus gallicus), anche conosciuto come aquila dei serpenti per le sue particolari abitudini alimentari.
Le aree boscate rappresentano invece il rifugio ideale per lo sparviero (Accipiter nisus).
Dalla lussureggiante macchia mediterranea che ricopre i ripidi versanti e dalla rigogliosa vegetazione che cresce sul fondo delle gravine, riecheggiano i canti melodiosi di numerose specie di piccoli passeriformi come scriccioli (Troglodytes troglodytes), capinere (Sylvia atricapilla) ed usignoli (Luscinia megarhynchos). Pettirossi (Erithacus rubecula), merli (Turdus merula) e tordi bottacci (Turdus philomelos) abbondanti svernano nelle gravine e cibandosi dei succulenti frutti degli arbusti tipici della macchia mediterranea, contribuiscono alla loro diffusione attraverso la dispersione degli escrementi.